Parla Francesco Savino, Pediatra, Responsabile dell’Ambulatorio di Nutrizione Pediatrica del Dipartimento di Pediatria I dell’Ospedale Infantile Regina Margherita.
Buongiorno Dott. Savino, lei è un pediatra ospedaliero che ha molta esperienza nella cura delle coliche del lattante. E’ vero che è un problema diffuso e che può scatenare forti preoccupazioni nei genitori?
Sì, è proprio vero. E’ un disturbo frequente, colpisce tra il 20 e il 40% dei bambini nel primo trimestre di vita; fortunatamente tende ad autolimitarsi, cioè “passa da solo” tra il 3° e il 4° mese, ma può spaventare anche molto i genitori. Le coppie al primo figlio, o quelle più sole, senza rete parentale di sostegno, possono percepire il problema in modo esagerato: è importante che il pediatra non sminuisca né trascuri le coliche; davanti al pianto inconsolabile del proprio bambino non si sa letteralmente cosa fare, mentre se si affronta insieme al medico uno dei primi problemi tipici del neonato, si costruisce un buon rapporto di fiducia, scongiurando le autoprescrizioni, il “medical shopping” o anche gli accessi impropri al pronto soccorso.
Come si presentano le coliche, come si riconoscono, da cosa sono causate?
Sono crisi di pianto, che compaiono nelle prime settimane di vita, e hanno durata e caratteristiche molto variabili. La prima definizione risale al 1954, quando il Dott.Wessel definì la “regola del tre”: un lattante che piange inconsolabilmente per più di tre ore al giorno, almeno tre giorni alla settimana e per minimo tre settimane consecutive, ha le coliche. Ovviamente il pediatra riconosce il pianto da colica da quello fisiologico, da fame o da mancata evacuazione, ma soprattutto se il pianto è dovuto invece a una vera malattia organica. La diagnosi è tipicamente clinica, basata sulla raccolta della storia del piccolo e su una visita pediatrica accurata: solo così si può escludere la presenza di altre patologie di rilievo. Numerosi studi scientifici hanno ricercato le cause, che restano comunque non completamente chiarite e di origine multifattoriale. Le coliche si possono presentare sia in presenza di un ritmo dei pasti irregolare, che nel caso di lattanti allergici alle proteine del latte vaccino, ma anche in presenza di intolleranza al lattosio. In passato le coliche sono state associate a un’eccessiva produzione di gas, ma oggi si tende a escludere un ruolo fondamentale del meteorismo nella patogenesi di questo disturbo. Di recente abbiamo studiato gli ormoni del tratto gastrointestinale coinvolti nella regolazione dell’attività motoria dell’intestino: nei bambini con coliche si è osservato un incremento dei valori basali di motilina e di ghrelin, un ormone di recente scoperta che stimola sia l’appetito che i movimenti intestinali. Inoltre l’attenzione della nostra ricerca si è rivolta anche al ruolo svolto dalla microflora intestinale: anch’io, con altri colleghi, nei miei studi ho osservato che i bambini con le coliche presentano colonizzazioni intestinali particolari, con maggiore presenza di batteri anaerobi Gram negativi e minore presenza di bifidobatteri e lattobacilli. Soprattutto, abbiamo riscontrato nelle loro feci una maggiore concentrazione di alcuni batteri, come la celebre escherichia coli.
Un problema lieve, ma le cause sono davvero complesse!
Già. Proprio a causa dell’estrema eterogeneità di cause e sintomi non esiste un protocollo terapeutico certo e sempre applicabile. Continueremo le ricerche per poter identificare strategie di trattamento sicure ed efficaci, ma l’obiettivo principale del pediatra è aiutare la famiglia a gestire al meglio il problema.
Una sintesi delle cure?
Innanzitutto si devono rassicurare i genitori circa la benignità e la transitorietà delle coliche. Poi alcuni semplici accorgimenti comportamentali possono contribuire a dare sollievo al piccolo paziente: ridurre gli stimoli esterni come luce, rumori, fumo; abituare il bambino a una certa regolarità, evitando pasti troppo abbondanti o troppo frequenti, evitando di mettere il piccolo in posizione orizzontale subito dopo il pasto; verificare che le evacuazioni siano regolari, ovviamente consolare e cullare, praticando magari un leggero massaggio all’addome o, in posizione prona, alla schiena. Poi ci sono gli interventi dietetici: nei bambini allattati al seno deve essere incoraggiata la prosecuzione dell’allattamento materno, associata alla precauzione da parte della mamma di non assumere cibi ad alta potenzialità allergenica. Per i bambini allattati artificialmente ci sono risultati incoraggianti con l’uso di latte ipoallergizzante: le formule parzialmente idrolisate addizionate con prebiotici o probiotici. Nei casi di coliche severe invece si usano le formule idrolisate di caseina o sieroproteine. Per quanto riguarda i farmaci, i maggiormente somministrati sono quelli che facilitano l’emissione dei gas (Simeticone) rilassando la muscolatura intestinale, ma a causa degli effetti collaterali che possono insorgere, la loro assunzione andrebbe limitata a brevi periodi, soltanto nei casi in cui il medico individui una reale necessità. Tra l’altro, presto saranno disponibili i risultati di ricerche in corso negli USA su nuovi agenti farmacologici che agiscono sulla motilità e sulla sensibilità intestinale. Presso il nostro Dipartimento, abbiamo svolto due studi per confrontare l’efficacia della somministrazione del Lactobacilli reuteri sia con il Simeticone che con il placebo. Il Lactobacillus reuteri si è dimostrato sicuro e più efficace rispetto sia al Simeticone che al placebo, migliorando la sintomatologia già a partire dal settimo giorno di terapia. Questi studi hanno generato grande interesse tra i pediatri, anche se i meccanismi di azione dei probiotici nel determinare il miglioramento clinico non sono ancora del tutto chiariti. Tra le cure naturali è noto che alcuni estratti di erbe come finocchio e camomilla diminuiscono la contrazione della muscolatura liscia intestinale, ma non disponiamo di ricerche che ne attestino la reale efficacia e sicurezza. Però di recente ho dimostrato con uno studio che un preparato a base di estratti di Matricariae recutita, Foeniculum vulgare e Melissa officinalis è davvero efficace nel trattamento delle coliche di bambini allattati al seno.
Quindi i genitori dei bambini che piangono secondo la “regola de tre” devono rivolgersi a voi pediatri?
Certo, è davvero sempre meglio.
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