Casa uguale famiglia

Antonio è il papà di Paola. Paola è una simpatica ragazzina disabile di dodici anni con problematiche fisiche e un ritardo dello sviluppo cognitivo. Da tre anni è ospite di CasaOz.
 
Abbiamo chiesto ad Antonio in cosa il servizio che offre CasaOz è utile per sua figlia. Ha risposto che esso è utile per i ragazzi da un punto di vista educativo. Inoltre, è un aiuto per le famiglie. Permette ai ragazzi di svagarsi e imparare cose nuove, mantenendo una continuità nelle relazioni che instaurano e nei contenuti che apprendono. I genitori così trovano in CasaOz un riferimento unico e costante senza dover affidare i propri figli a familiari ed amici sempre diversi, a seconda delle esigenze lavorative e degli impegni della famiglia.
 
Qual è la cosa che Paola fa più volentieri? “Le attività che segue con più entusiasmo e con più facilità sono quelle che stimolano la creatività, in particolar modo il disegno. E dai disegni che ha fatto negli ultimi mesi abbiamo notato che è sempre più brava.”
 
CasaOz è una risorsa anche per il benessere dei genitori? Antonio e la sua famiglia affrontano la malattia della figlia sin dalla sua nascita. Negli anni hanno avuto modo di imparare ad affrontare le tante preoccupazioni che la malattia comporta. “Per i genitori che si trovano da poco in una situazione così difficile” ci dice “CasaOz può rappresentare un importante punto d’incontro e di confronto. Un luogo dove potersi sfogare e farsi coraggio. Ed avere anche la possibilità di distrarsi, creare relazioni e occasioni di svago che possono proseguire all’esterno: una pizza, un cinema tutti insieme. Momenti di normalità.”
 
Secondo la tua esperienza, in cosa CasaOz può aiutare i genitori? “La malattia e la disabilità mentale mettono la famiglia in difficoltà. Spesso comunicare con la parola è difficile. Bisogna imparare a interpretare anche il linguaggio del corpo e inventare un nuovo modo di capirsi, il proprio modo. CasaOz è un luogo in cui bambini e genitori possono stare insieme e imparare a conoscersi. Venire qui aiuta tutti noi a stare insieme agli altri, a non avere paura della disabilità e della malattia.”